Il termine Climate Shadow nasce in contrapposizione a Carbon Footprint, metrica frutto della fortunata retorica del «rischio» climatico e della «domanda» di energia da parte dei consumatori che ha contribuito a costruire il ruolo di «Salvatore» di alcune industrie (gas&oil per es.), un framing che secondo Supran e Oreskes «minimizza la realtà e la gravità del cambiamento climatico, normalizza il ruolo radicato dei combustibili fossili e reindirizza la responsabilità sull’individuo». L'“ombra climatica” è un concetto che Emma Pattee ha creato per aiutare a "visualizzare come la somma delle scelte della nostra vita influenzi l'emergenza climatica". "Visualizzo la mia ombra climatica composta da tre parti: il mio consumo, le mie scelte e la mia attenzione" Leggi l'articolo di MIC per approfondire
Nel Future 100: 2022 vocabulary di Wunderman Thompson Intelligence è definito "Vandalismo per il bene che dirotta gli spazi pubblicitari per mostrare i misfatti delle aziende e incoraggiarle a fare meglio". Il termine viene coniato da un gruppo internazionale di artisti che nel 2012 trasmutano i cartelloni pubblicitari durante le Olimpiadi come gesto sovversivo. Oggi Brandalismo è per sineddoche ogni azione dimostrativa rivolta contro il settore marcomm e PR
Apparso su Medium nel 2018, Human-washing è “disinformazione diffusa da un'organizzazione per presentare un'immagine umana o umanistica, ma percepita come infondata o intenzionalmente fuorviante”. Il termine è stato utilizzato da Geoffry Dorne in un documentario sul design etico. I brand che praticano human-washing vogliono apparire politicamente e socialmente impegnati nella loro narrazione, ma non necessariamente mettono l’individuo e il suo benessere al centro delle proprie politiche aziendali .
Il termine (contrazione delle parole “man”, uomo ed “explaining”, spiegazione) definisce l’atto per cui un uomo spiega qualcosa a una donna, già informata sull’argomento, con tono paternalistico, non curante e spesso arrogante. Il fenomeno è stato evidenziato per la prima volta nel 2008 dalla scrittrice Rebecca Soltin in un articolo apparso sul sito TomDispatch dal titolo “Men explain things to me” che racconta una vicenda personale e di come un uomo ha preteso spiegarle un libro che aveva lei stesso scritto, senza neppur dare ascolto alle sue argomentazioni. Per la scrittrice si tratta di “un eccesso di sicurezza e ignoranza combinate assieme da parte dell’interlocutore”, che pone la donna in una posizione di inferiorità, costretta a subire un ‘abuso di potere’ esercitato dall’uomo. Il termine è diventato poi popolare nel contesto femminista e ormai è di uso comune, nel 2010 è stato classificato addirittura come “parola dell’anno” dal giornale New York Times.
Definita dall'American Psychological Association nel 2017 come "una paura cronica per il destino ambientale". In un recente studio, che ha preso in considerazione un campione di 10.000 giovani tra i 16 e i 25 anni provenienti da 10 differenti Paesi, quasi il 60% degli intervistati ha dichiarato di sentirsi molto preoccupato, oltre il 50% ha detto di sentirsi triste, arrabbiato e impotente e quasi un intervistato su due dichiara che le preoccupazioni sulla crisi ambientale hanno avuto un’influenza negativa sulla propria vita.
è una ‘nuova forma di propaganda’ (Taylor Hebden) perpetrata dalle aziende attraverso il finanziamento di associazioni studentesche – create appositamente o preesistenti – o di borse di studio al fine di propagare (dis)informazione a beneficio dell’industria di appartenenza. Per la prima volta utilizzato nel 2019 da Elaine Brown in riferimento al settore oil&gas, è riemerso nel Pre-Cop 26 nell’ottobre 2021 quando i giovani di Fridays For Future a Milano hanno protestato contro i Governi che reclutano giovani attivisti per far sembrare legittime le loro promesse per ridurre le emissioni di gas serra, pur non agendo di conseguenza.
Impact proof - Prova d'impatto. L'impatto è la base del brand purpose e, senza prove concrete che l’azienda stia generando realmente un impatto positivo, dimostrato e divulgato in modo credibile, il brand purpose è privo di significato. Cfr. Forbes, 27/01/2021
La capacità di riprendersi rapidamente dalle difficoltà; riferito alla marca, un brand resiliente non nasconde e ammette i propri errori, chiede scusa e fa di tutto per migliorarsi.
"Per bene, o buono, intendo ciò che sappiamo con sicurezza esserci utile" (Spinoza, Vivere da umani , Etica Parte IV, Definizione 1.) Per un'azienda significa influenzare il pensiero, gli atteggiamenti e i comportamenti delle persone in una certa direzione. Non solamente comunicare per vendere.
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